Blog di cucina e viaggi

venerdì 13 gennaio 2012

Sant’Ambrogio e l’Immacolata tra la Svizzera e Parigi

2^ Parte
ZURIGO


A soli 45 minuti da Lucerna, percorrendo la strada statale (e non l’autostrada, mi raccomando!) attraverso la natura boscosa, vi ritroverete a Zurigo. Avevo già visto Ginevra in un viaggio precedente e pensavo che nessuna città avrebbe superato la  capitale (a parte rare eccezioni, le capitali danno il meglio del Paese). Sono rimasta sorpresa invece nell’incontrare una città di gran lunga più affascinante, curata e facoltosa. Nessuna ossessione per gli orologi, se mai per i night club ed il design. Una città completa, perfetta per un weekend interessante, romantico e rilassato. Basta una giornata per visitare il centro, ma avendo del tempo in più non mi sarei fatta mancare mete come la casa Heidi-Weberdi Le Corbusier, un aperitivo al panoramico JulesVerne, ospitato dalla torre Urania, la salita al quartiere universitario attraverso la bellissima funivia rossa che passa letteralmente dentro un edificio, tanto da poter salutare gli inquilini nel loro salotto.
Quello che ho visto e vi consiglio di non perdere: Bahnhof Strasse, l’arteria principale di Zurigo, chiusa al traffico eccetto che per gli efficientissimi tram (per 8 franchi viaggiate tutto il giorno in lungo e in largo). Dalla Bahnhof (stazione centrale, punto nevralgico di un capillarissimo sistema di treni), la via assume tratti commerciali e dozzinali, per poi raffinarsi man mano raggiunge il lungo lago, divenendo una sorta di Montenapoleone svizzera. Beati coloro che potranno permettersi lo shopping in questa ricchissima città. Il gusto svizzero è sobrio, ma mai noioso e soprattutto punta alla qualità e all’eleganza semplice e raffinata. Non c’è stata vetrina davanti la quale non mi sia fermata adorante. In modo particolare suggerisco agli appassionati di cucina questo negozio qui .
Alcune mete MUST: la stazione di Calatrava, la copia autorizzata della porta dell’Inferno,  capolavoro di Rodin (ce ne sono solo 4 al mondo: Tokyo, Philadelphia, Zurigo e l’originale a Parigi). Ma anche la Chiesa Faumünster : architettonicamente assolutamente trascurabile, se non per quelle meravigliose vetrate di Chagall. Qualcosa che non vedrete spesso nella vostra vita, il tratto caratteristico ed inconfondibile di Chagall regala ai vetri della cattedrale la stessa gioiosità e l’alone fiabesco dei suoi quadri.
Venendo agli aspetti pratici: dormire e mangiare possono essere attività proibitive a Zurigo, ma d’altronde, è una meta che si sceglie consapevolmente. Un albergo discreto, vicinissimo al centro e anche comodo da raggiungere in macchina: Hotel St. Joseph. Un bel ristorante con ottimo rapporto qualità prezzo, frequentato dai locali, sempre pienissimo (attenzione, preso davvero d’assalto. Venite mezz’ora prima che lo stomaco inizi a brontolare)è lo Zeughauskeller. Vi servono in fretta, con simpatia, pochi piatti locali ben fatti, in un’atmosfera caratteristica (l’edificio era un ex arsenale e si trova nel cuore del centro storico).
Io mi sono avventurata con il piatto più scenografico che avessero in menu: la Spada … e devo dire che la presentazione ha fatto davvero la sua figura! Per quanto riguarda la carne credo avrei avuto più fortuna con lo stinco (sempre se avessi avuto tutta quella fame, era enorme!), deliziose le salse d’accompagnamento (una a base di curry, che mi ha sorpresa in quanto non sapevo la cucina Svizzera avesse influenze orientali) e i contorni di patate (dal classico rösti alle patate al forno). Un dettaglio che mi ha stupito: la simpatia del personale, caloroso e ospitale. Per metterti a tuo agio ti portano subito il menu nella tua lingua (e guarda un po’, c’è anche in Italiano, che rarità!). Parte della cucina è a vista, dettaglio che sempre apprezzo: ispira onestà, sicurezza e igiene. Si mangia gomito a gomito con altri commensali del tavolino accanto, ma che importa? La maggior parte delle volte vi troverete a fare qualche buffo commento a gesti su quanto è buona la vostra portata! Insomma, finisce sempre in allegria in questo locale che rivoluzionerà la vostra idea dei zurighesi!
Un piatto tipico svizzero è il cordon bleu. Dove mangiarlo nella sua forma autentica e artigianale? Da Gertrudhof (Gertrudstrasse 26). Pochissimi posti a sedere, un'unica sala che serve più che altro gente del luogo. Il posto si raggiunge comodamente in 10 min di tram dal centro, anche se con una bella passeggiata ci si arriva con la giusta fame (visto l’alto tasso calorico dei piatti tipici locali, è dura che vi venga fame a tutti i pasti comandati, anche se corrosi dal gelido vento alpino). Il cordon bleu è qui declinato in una decina di varianti (io ho assaggiato quella stagionale al tartufo, delicata ed equilibrata) ed è il piatto principe della casa, scordatevi di mangiare altro (più o meno). Accompagnatelo assolutamente con un rösti (patate a filetti saltate e abrustolite con burro in padella). Colpisce la familiarità di quella che potrei definire un’osteria svizzera, e la gentilezza con cui vi servono. Un’esperienza speciale per vivere un lato meno turistico è più alla mano della ricchissima Zurigo.

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